ROUGE AUDIO DESIGN - Roma, Città metropolitana di Roma Capitale

Carlo M.

Buon giorno Francesco
come promesso mi accingo a mettere 2 righe in fila per provare a rendere comprensibile quello che abbiamo ascoltato io e un mio caro amico, anche lui appassionato e grande conoscitore del mio sistema audio
Innanzi tutto cominciamo dal lato estetico perché anche l’occhio vuole la sua parte. Mi sembra che si integri bene al resto della catena. Con la sua aria minimalista e leggera.
Per quanto riguarda l’ascolto abbiamo passato al setaccio vari generi musicali (siamo onnivori musicalmente parlando) per avere un idea più precisa e quindi ordine sparso sono girati sul piatto
GARY MOORE – PAUL SIMON – FABRIZIO DE ANDRE – LEONARD COHEN – EAGLES – ROLLING STONES – MELODY GARDOT – PAT METHENY – I SOLISTI VENETI – JOAN ARMATRADING - SHOSTAKOVICH – KEITH JARRET TRIO – PAOLO CONTE – LUCIO BATTISTI – PAUL MCARTNEY – HOLLY COLE - SUPERTRAMP – LA LA LAND.
Come prima impressione SI EVIDENZIA una maggiore chiarezza rispetto al CHORD SPM 4000 che ha sostituito e una conseguente voglia di alzare il volume raggiungendo poco a poco un livello da “carabinieri”, specie col Live in London di Leonard Cohen senza peraltro portare una minima fatica di ascolto o fastidio. La musica si impadronisce della stanza e si dimentica l’impianto e tutte le fisime che abbiamo noi audiofili. Notevole come alterna il pugno del punch e la carezza della melodia più delicata e come propone le varie voci sui vari piani sonori. Ogni strumento è facilmente intellegibile. A questo punto ogni parola è vana non si riuscirebbe a dire nient’altro di sensato. Vi facciamo i Complimenti per il risultato ottenuto e GRAZIE.
Allego 2 foto in cui si può vedere l’ampli e il resto della catena
Buon w.e.
Carlo M.
Ettore M.

Marco M.

Da molti anni sono un appassionato di musica ed alta fedeltà. Tempo fa, all’interno di un forum ho sentito parlare della Rouge Audio di Roma e delle sue amplificazioni in classe D. La cosa mi ha incuriosito ed ho provato a contattare Federico Rossi, il suo titolare.

Fin da subito si è dimostrato persona affabile e assai disponibile. Trattandosi di un costruttore che assembla prodotti tailor made, insieme abbiamo deciso di mettere a punto una coppia di finali mono MXD7 basati su moduli Hypex NC 400.

Considerati i risultati, a distanza di qualche mese gli ho poi commissionato un paio di finali Alauda MB3 equipaggiati con due Hypex NC 1200 da destinare al mio impianto principale composto da Macbook Air, RME Adi2 dac e diffusori Martin Logan Electromotion ESL.

Sono rimasto molto soddisfatto di entrambe le realizzazioni. Ma è di questi ultimi Alauda che in particolare vi vorrei raccontare. Ovvero di macchine che sfruttano al meglio le potenzialità della loro classe di appartenenza portando l’esperienza di ascolto ad un livello più alto. E non stiamo discutendo di valori relativi, riferiti al loro solo segmento di mercato, ma di riferimenti assoluti in grado di soddisfare le aspettative ed il gusto di un pubblico molto esigente, votato alla ricerca della grande prestazione. Ma anche sensibile al rapporto qualità/prezzo.

Ed in questo senso stiamo parlando di due prodotti eccellenti, capaci di farsi apprezzare sia per il livello delle performance che per la congruità del loro posizionamento commerciale.

Detto ciò, come suonano questi finali? Tre sono le parole chiave che mi vengono in mente. Equilibrio, controllo e trasparenza.

Si tratta di elettroniche potenti (400 watt di picco su 8 ohm) e raffinate, estremamente lineari, caratterizzate da un’emissione molto precisa e ben articolata su tutta la gamma delle frequenze. Dall’estremo più basso, teso, nervoso e ben trattenuto. A quello più alto, aperto e cristallino, mai affaticante. Passando per la parte centrale dello spettro, molto definita ed accurata in tutte le sue sfumature. Senza alcun eccesso. Con un’ottima focalizzazione ed intonazione delle voci, sia maschili che femminili. E di tutti i fiati e gli strumenti a corda, che risplendono per presenza, fisicità e dislocazione nello spazio.

Tutto questo senza dimenticare le altre caratteristiche vincenti di questi finali. Ovverosia dettaglio e ricostruzione della scena. Molto accurato sia nel macro che nel micro, il primo regala una gran dose di realismo e credibilità complessiva del palcoscenico. Anche attraverso la precisione di una grana sonora molto fine, pronta ad enfatizzare la percezione delle più piccole nuances. La seconda esaltando invece la stabilità del soundstage e la profondità delle sue dimensioni. L’altezza in particolare. Almeno col mio impianto e all’interno del mio ambiente di ascolto.

E senza mai andare in sofferenza dal punto di vista audio, a prescindere dal genere riprodotto. Sia che si tratti di barocco piuttosto che di jazz, elettronica, rock, blues od altro ancora. Privilegiando solo la pulizia e la dinamica del suono senza alcuna considerazione per il tipo di arrangiamento o di linea ritmica amplificati. Avendo solo cura di restituire al meglio l’atmosfera e le emozioni contenute all’interno del messaggio musicale. Con grande duttilità e soddisfazione per le orecchie di chi le ricerca.

Pensiero finale: se siete interessati ad un’esuberante amplificazione di qualità, chiara e trasparente, da modellare direttamente sulle vostre necessità di ascolto, prendete in seria considerazione il catalogo della Rouge Audio. Sono certo che non ne rimarrete delusi!

Francesco T.

Ottimi amplificatori a prezzi umani. Congliatissimo.

Francesco S.

An audiophile amps boutique!